Educare al senso del bello

“Nei primi di dicembre del 1889 cominciai a frequentare le due scuole: avevo undici anni. Ricordo la sera in cui mio padre, con una scelta di disegni arrotolati sotto il braccio, mi presentò al pittore Francesco Spinelli in un’aula dell’ex convento di San Francesco d’Assisi. Il maestro, sulla sessantina, aveva un aspetto bello e dignitoso. Dato uno sguardo alle mie carte, disse a mio padre che il ragazzo prometteva e che s’era fatto male a non averlo avviato prima negli studi. Fondata diciott’anni innanzi dallo stesso Spinelli, quella scuola era frequentata da un gran numero di persone, non solo operai adolescenti ma anche uomini fatti; poiché l’operaio di quel tempo, non ancora guasto dall’amor del guadagno, lavorando coscienziosamente e senza fretta, mirava a farsi onore in quello che produceva. Con gli operai imparavano a disegnare anche degli studenti, di quelli che intendevano diventare artisti di professione e di quelli che volevano educare in sé l’occhio e il gusto e poter conoscere insieme le esigenze di un’opera d’arte. La scuola era una piccola Accademia. Vi si insegnava il disegno artistico e quello geometrico, la figura animale e quella umana, come presso i Greci e al tempo dell’Umanesimo in Italia, quando fra artisti ed artigiani non v’era molta distanza” (G. Caiati, Altri tempi).

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