di Nicola Pice
Il libro ‘Il respiro degli ulivi’ trae origine dall’intento di rendere fruibile per il grande pubblico una significativa selezione di opere scultoree di Gioacchino D’Elia. Attraverso un paziente lavoro di recupero di tronchi malati di ulivo, l’artista restituisce una nuova vita a questi elementi della natura proponendo forme organiche che sembrano tornare alla natura stessa, come scolpite dal tempo, dal vento e da altri agenti atmosferici. In maniera autonoma, le fotografie a colori di Anna D’Elia riproducono questi prodotti scultorei, rinviando ad un’idea di “giardino intimo” in cui finiscono convogliati sentimenti privati ma condivisibili: così le opere appaiono come umanizzate, nel mentre si valorizzano le venature, le forme, i dettagli, che traducono l’afflato poetico che ha ispirato l’artista. Fanno parte integrante del libro due contributi testuali di Manuela De Leonardis e Nicola Pice, che inneggiano all’ulivo, una forza della natura mediterranea così presente e coinvolgente nel paesaggio e nella vita dell’uomo mediterraneo. Il libro d’arte, con grafica curata da Irene Sollecchia e Francesco Valerio Mazzeo e post- produzione di Marco di Meo, verrà presentato per la prima volta il prossimo 10 settembre alle 19 nel corso di una serata evento presso il Museo Archeologico di Bitonto – Fondazione De Palo-Ungaro, a cui interverrà, oltre agli autori, la critica d’arte Caterina Carrozzo. Presentatrice del talking sarà Emma Ceglie e i contributi musicali saranno a cura di Roberto Sallustio e Rosangela Mercuri.
Anna D’Elia è una fotografa, studiosa di arti visive, letteratura e psicologia. Concentra la sua ricerca artistica sui temi del mare, del giardino e del confine. Utilizza la fotografia come strumento poetico per dare vita a idee dipinte del suo universo privato, avvalendosi di paesaggi, interni e ritratti per realizzare atmosfere oniriche. Ha ottenuto diversi riconoscimenti e menzioni onorevoli in diverse mostre nazionali.
Gioacchino D’Elia, nato nel 1934 a Terlizzi (BA), dopo il diploma dell’Istituto Industriale di Bari, ha lavorato in Francia come disegnatore progettista di macchine tessili. Tornato a vivere in Italia nel 1960, ha insegnato nelle scuole pubbliche. Dal 2005 si è dedicato stabilmente alla scultura, esibendo le sue opere in numerose mostre, sia personali che collettive.