un reperto importante del Museo Archeologico di Bitonto rinvenuto a Ruvo nel 2001
di Nicola Pice
…ancora un reperto importante del Museo Archeologico di Bitonto rinvenuto a Ruvo nel 2001… un cratere a mascheroni apulo a figure rosse (h cm.67, dm. cm.35) con decorazione figurata sul collo (palmette, girali, fiori campanulati, testa femminile emergente da un fiore) e decorazione figurata sul corpo (foto 1-2): lato A, un monumento funebre a tempietto (naiskos) all’interno del quale è presente un guerriero che indossa una corta tunica stretta in vita da un cinturone (è il tipico guerriero peuceta) che regge con il braccio sinistro una lancia e con la destra le redini del cavallo presente alle sue spalle, di profilo verso sinistra, con la testa rivolta verso il cavaliere: tra i due sembra che ci sia un muto dialogo, nel reciproco scambio di sguardi sembra si esprima l’intima solidarietà che lega l’uomo all’animale, quello stesso legame che intercorreva tra il guerriero e la sua spada (o il suo scudo) già nota nei poemi omerici . A sinistra del naiskos in alto una figura femminile riccamente ornata regge nella destra il flabello e nella sinistra una patera, mentre in basso una figura maschile nuda, con il mantello (himation) sulla spalla, regge nella mano destra uno specchio e nella sinistra una corona. A destra del tempietto una figura femminile ha nella destra un grappolo d’uva e nella sinistra una patera e una foglia di vite, in basso figura maschile ha il mantello sulla spalla, in testa una ghirlanda, nella mano destra una corona. Il vaso, databile 330-310 a.C., è assegnato al pittore apulo detto “pittore di Baltimora” ((spesso i nomi dei pittori sono attribuiti in base alla collocazione delle loro opere più importanti). Tale pittore, che ha dipinto una tale sintassi decorativa in molti suoi vasi, è il caposcuola degli artisti di Canosa della fine del IV secolo. Si tratta di un artista assai prolifico, di grande importanza per l’influenza che ha esercitato sui suoi seguaci e sugli ultimi artisti apuli. Caratteristico della sua produzione è l’amore per i vasi di grandi dimensioni con una decorazione complessa, per i volti disposti frontalmente o di tre quarti, spesso con occhi sbarrati, per i panneggi marcati e per le composizioni affollate. A Londra, al British Museum, si conserva (foto 4) il cratere a mascheroni con il guerriero eroicizzato e il suo cavallo, molto simile al nostro conservato a Bitonto, solo che cavallo e cavaliere non si scambiano sguardi reciproci, ma entrambi hanno lo sguardo girato a destra. Al museo archeologico nazionale di Firenze una ripresa simile (foto 3) con sul lato principale del vaso raffigurata la scena di Teti che consegna le armi al figlio Achille, circondata da altre divinità ed eroi, in una composizione complessa e affollata, mentre sul retro è il tempietto contenente il guerriero eroicizzato e il suo cavallo con l’armatura dorata. Sul collo sono rappresentate scene di battaglia tra Greci e Amazzoni.